Eccomi con la quinta diretta sul tema “comunicare un’azienda online” che si è tenuta sulla mia pagina Facebook il 29 ottobre. Durante questa seconda diretta ho parlato dell’importanza di avere un’identità visiva riconoscibile con Tamara Berlaffa.
Sarah: Oggi parliamo di Identità visiva con Tamara Berlaffa, Graphic Designer e Illustratrice che progetta loghi e identità visive riconoscibili per libere professioniste e piccoli business. Ciao Tamara! Come stai? Dove sei adesso?
Tamara: Ciao Sarah! Grazie per il tuo invito! Tutto bene a parte questo periodo che speriamo passi in fretta! Sono alla mia scrivania, prontissima per la nostra chiacchierata!
Identità visiva: serve anche a liberi professionisti e aziende?
Sarah: Perché a liberi professionisti o aziende dovrebbe servire avere un’identità visiva riconoscibile? Ci fai un esempio?
Tamara: In questo momento storico, in cui ci sono sempre più aziende e professionisti che decidono di spostare la propria attività anche online, sicuramente ci sono più competitor. Avere un’identità visiva ben definita permette ad un brand di aumentare la propria riconoscibilità – la brand awareness – e posizionarsi al meglio.
Per esempio, facciamo finta che abbiamo deciso di ristrutturare casa. Se anni fa saremmo andati dall’architetto che lavorava nella via successiva alla nostra, basandoci esclusivamente sul passaparola, ora abbiamo bisogno di fare una ricerca molto più approfondita e magari online scopriamo che ci sono diversi studi in zona e sicuramente andremo a scegliere lo studio con il quale ci sentiremo più affini.
È grazie alla comunicazione di un brand che io ne percepisco i valori e scopro degli aspetti che mi aiutano nella scelta.
A proposito di architetti, volevo portarti l’esempio dell’identità visiva che ho progettato per Vitae Studio. Cristina e Andrea hanno uno studio di architettura a Roma, mi hanno contattata mentre stavano lavorando alla loro strategia. Avevano già un logo alla quale erano affezionati ma nel definire la loro proposta di valore e il loro target, hanno deciso di rivedere la loro identità visiva. Sono proprio partita da valori e concetti che volevano esprimere, dai nostri confronti è emerso che progettano gli spazi tenendo molto in considerazione la luce, l’esposizione, le visuali, il clima.
Scelgono il più possibile materiali ecosostenibili e i loro progetti sono originali, belli da vedere ma soprattutto unici perché risolvono problemi diversi di persone diverse. Attraverso la ricerca abbiamo definito la loro palette colori che voleva rafforzare i concetti di:
- pregio: oro
- rispetto per l’ambiente: verde
- luce naturale: giallo.
Ci siamo occupati di un restyling.
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Branding e re-branding
Sarah: Ah ecco! Neanche l’identità visiva è per sempre. Proprio l’altra volta con Federica parlavamo dell’importanza di aggiornare i piani editoriali – del blog, e anche quello per i social. Ma, in effetti, anche l’identità visiva può cambiare nel tempo, può evolversi insieme all’azienda. Non so voi ma io sono curiosa di sapere com’è andato il restyling. Seguo studi e professionisti che si occupano di ingegneria e architettura e ho visto loghi pazzeschi. Poi, va beh, so quanto sei brava tu, Tamara!
Tamara: Loro partivano già da un concetto visivo molto bello: la vite intesa come l’elemento più piccolo usato in campo edile e allo stesso tempo la vite intesa come il grappolo d’uva, simbolo di abbondanza.
Ho creato quindi la loro identità basandomi su questi due concetti. Ho creato forme geometriche che sottolineassero spazi e volumi differenti e rappresentassero il concetto di progetti diversi per persone diverse.
Siamo partiti con il logo e poi abbiamo creato pattern e icone illustrate per dare maggior rilievo anche ai loro servizi. In questo modo l’identità visiva che abbiamo creato è riuscita a dare uno spessore maggiore al brand.
I vantaggi di avere un’identità visiva unica
Sarah: Ecco, a volte sembra una cosa banale. Ma un brand, un’azienda che ha un’identità visiva riconoscibile non solo è più facile da ricordare ma anche da contattare, no?
Nell’articolo che abbiamo scritto insieme per il mio blog il mese scorso dicevamo che se hai una brand identity puoi diventare la Coca Cola della tua città, regione o Paese, inteso come l’Italia intera. Ci vuoi dire quali sono i vantaggi di avere un’identità visiva unica?
Tamara: Come abbiamo visto, i vantaggi di avere un’identità visiva unica sono:
- personalità
- riconoscibilità di brand
- coerenza visiva.
Lavorando su questi aspetti, si lavora anche sul posizionamento proprio come nell’esempio di Vitae Studio.
Un altro esempio che mi viene in mente è il lavoro che ho fatto per Centro Koena, un team di professionisti, di Piacenza, il cui filo conduttore è il benessere, sia mentale che fisico e abbraccia diverse discipline tra cui psicologia, fisioterapia, logopedia, osteopatia…
Mi ricordo ancora quando sono stata contattata da Patrizia, psicologa e psicoterapeuta e mi ha raccontato che aveva deciso di realizzare questo centro orientato al benessere dell’individuo, in questo caso ci saremmo dedicati alla progettazione di un’identità visiva di un team che svolgeva professioni diverse accomunate dalla stessa mission e dagli stessi valori: promuovere la cultura del benessere garantendo tariffe accessibili, l’alleanza tra i professionisti della salute, la professionalità e competenza, l’ascolto.
Vision vs mission
Sarah: Hai detto mission? Che ne dici se ci soffermiamo su questo concetto molto importante per definire qualsiasi azione di marketing o comunicazione, è un pilastro dell’identità di un brand.
E magari spieghiamo anche la differenza tra mission e vision:
- la vision è l’obiettivo finale che un brand si propone di raggiungere
- la mission, invece, è il modo in cui raggiunge quell’obiettivo.
Per fare un esempio pratico torniamo a Coca-Cola:
- vision: “Essere il punto di riferimento del mondo del beverage e guidare la crescita in modo sostenibile grazie al nostro portafoglio prodotti.”
- mission: “Crescere insieme ai nostri clienti e rispondere al meglio alle esigenze dei nostri consumatori, ogni giorno e in ogni momento della giornata. Lo facciamo prendendoci cura di un team di persone appassionate, costruendo valore nelle comunità e rispettando l’ambiente”.
Sarah: Ma torniamo all’esempio del Centro Koena!
Tamara: Con il lavoro fatto insieme abbiamo studiato un’identità visiva con un logo che portasse il concetto di centralità dell’individuo, i colori scelti sono molto accoglienti quindi in questo caso abbiamo optato per toni delicati che sfumano dal rosa al nocciola con una punta di giallo.
Abbiamo progettato per ogni singola disciplina, delle icone illustrate che hanno aiutato a portare valore al progetto in modo tale che la comunicazione risultasse coerente anche sul sito e sui social, sulle brochure e sul materiale presente nello spazio fisico.
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Come si costruisce un’identità visiva
Sarah: Ci racconti un po’ del dietro le quinte, di come lavori? Ho letto il libro “L’arte della vittoria” che racconta la storia della Nike.
Ricordo ancora com’è iniziato il lavoro che ha portato alla nascita dello swoosh. Con il fondatore che dice “vorrei qualcosa che evochi il movimento” e mostra alla graphic designer una scarpa da calcio-football.
Un’azienda che si rivolge a un graphic designer come te cosa deve aspettarsi?
Tamara: Ogni mio progetto inizia con una prima parte dedicata all’analisi del brand. Non mi occupo di strategia ma faccio tante domande, approfondisco e ascolto: mi focalizzo molto sulle parole scelte dall’azienda o dalla professionista per descrivere il progetto. Mi sa che tocchiamo un aspetto che conosci molto bene, vero?
Sarah: Mi trovi molto d’accordo quando dici che parti dalla parole! Lo faccio anche io. Mi aiuta molto a capire come si pone un brand, quale tono di voce usa, come vuole essere visto… Anche se devo dire che mi capita spesso, ultimamente, di lavorare con aziende, o professionisti, che non hanno ancora una presenza online e lì è più serve un po’ più tempo, più confronti e una buona dose di ricerca!
Tamara: Hai perfettamente ragione, mi capita spesso di studiare identità visive per brand che svolgono attività molto simili tra loro quindi qui mi affido molto al tono di voce usato e questo mi aiuta ad individuare l’atmosfera che abbiamo bisogno di trasmettere.
Lo strumento che utilizzo per capire se io e il cliente siamo sulla stessa lunghezza d’onda è la moodboard di ispirazione, La moodboard è una bacheca nella quale raccolgo immagini d’ispirazione, palette colori e font.
E già qui si intravede quali sfumature avrà l’identità visiva di un brand. Quello che poi cerco ogni volta di fare è puntare al valore del brand, percorrendo i sentieri meno scontati.
Sarah: Sentieri meno scontati. Questa, secondo me, è una cosa importantissima perché spesso le aziende e i professionisti tendono a scegliere di esprimersi con immagini e modi di comunicare tipici del loro settore, hanno quasi paura di discostarsi. Io, invece, credo che al di là di certi standard da seguire bisogna esprimere sé stessi, quello in cui si crede, e non appiattirsi.
Essere anche illustratrice
Sarah: Ma probabilmente questo è legato al fatto che tu sei anche Illustratrice oltre che graphic designer. Ci spieghi cosa ti distingue da chi è soltanto graphic designer?
Tamara: Sono pienamente d’accordo con quello che hai detto, penso che il non appiattirsi sia davvero un punto cruciale perché è ciò che ci permette di emergere. Altrimenti vedremmo tutti i loghi di architetti con una casetta.
Ho una formazione come graphic designer e partirei da una definizione che mi era piaciuta per la sua semplicità:
“Un graphic designer usa colori, lettere ed immagini per aiutare le persone a capire meglio le cose.”(Dean Vipond, Brand & Interaction Design)
Da quando sono freelance ho deciso di specializzarmi nella progettazione di loghi e identità visive e avendo una predisposizione all’illustrazione ho scelto di unire le due cose.
Personalmente trovo che i brand che decidono di inserire anche piccoli elementi illustrati nella propria comunicazione, riescano più facilmente a creare empatia nel proprio cliente ideale.
Nell’esempio dello studio di architettura, e del centro di specialisti del benessere, avevamo in entrambi i casi un logo molto pulito affiancato da illustrazioni più evocative.
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I passi da fare per costruire un’identità visiva
Sarah: Quali sono gli elementi di un’identità visiva che formano l’immagine coordinata? E come aiutano la comunicazione online di un’azienda?
Tamara: Per rispondere facilmente a questa domanda, pensiamo alla Nutella.
L’immagine diventa coordinata quando gli elementi della comunicazione visiva risultano coerenti tra di loro, quindi anche in questo caso abbiamo colori, caratteri tipografici, segni grafici che comunicano la percezione del brand.
L’elemento principale dell’identità visiva è il logo, ovvero il nome – Nutella scritto con quel carattere, quei colori – che può essere anche affiancato da un simbolo grafico – pensiamo un attimo alla Nocciolata della Rigoni di Asiago che ha uno scoiattolo accanto al nome. Il logo serve a richiamare immediatamente il brand.
Se andiamo sul sito della Nutella o della Rigoni, vediamo che l’impatto visivo è proprio lo stesso dei barattoli di queste due creme spalmabili.
Tornando alla nostra azienda, possiamo costruire altri elementi grafici a supporto del brand, come per esempio delle icone per trasmettere meglio i nostri valori e successivamente declinare l’identità visiva per tutta la nostra comunicazione: quindi, biglietto da visita, carta intestata, cataloghi, sito web e social.
Sarah: Lo sai che mi hai fatto ripensare a un elemento che poche aziende considerano ma che, secondo me, ancora oggi è molto importante? Mi riferisco al company profile. Ne ho scritti diversi. Sul mio blog trovate un articolo in cui ne parlo nel dettaglio.
Comunque. per farla breve, si tratta di un documento che, solitamente, racchiude la storia dell’azienda e i servizi/prodotti offerti. Prima lo si stampava. Ormai si usa quasi esclusivamente la versione digitale.
Ed è molto utile per raccontare in poche pagine a nuovi possibili clienti o partner il valore della propria azienda. Ecco è importante che anche la grafica di questo elemento sia coerente con l’identità visiva del brand.
Canva sì, Canva no
Sarah: A proposito di coerenza di creare elementi per comunicare il proprio brand. Che ne pensi di Canva? Lo consiglieresti?
Tamara: Canva è senz’altro uno strumento utile per creare da sé materiale per il web e i social, per esempio. Lo consiglio spesso alle mie clienti perché permette di creare materiale rapidamente e con pochi margini di errore.
Solitamente consiglio di preparare un template personalizzato da utilizzare come base e di volta in volta modificare quello, per non avere troppi elementi della comunicazione che si discostano tra loro. Così si avranno sempre gli stessi caratteri, colori, stile ecc..
Non lo consiglio per la progettazione di file destinati alla stampa come, ad esempio, i flyer.
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Brand Style Guide: cos’è e a cosa serve
Sarah: Cos’è la Brand Style Guide? E perché è utile a liberi professionisti e aziende?
Tamara: La Brand Style Guide è il documento che racchiude le informazioni di un brand. È utile per liberi professionisti e aziende perché contiene tutte le linee guida per la comunicazione di un brand.
Ti faccio qualche esempio degli errori più classici che si possono fare se non si ha una brand style guide:
- non rispettare la palette colori
- aggiungere font che non sono in linea con la comunicazione
- sovrapporre il logo a delle fotografie rischiando così che si crei confusione
- non rispettare le dimensioni del logo e allungarlo, cambiando le proporzioni di font e grafica.
Sarah: Guarda ti capisco perfettamente. Avere delle linee guida è importante anche quando si comunica per iscritto. Tempo fa ho scritto una guida —- per CERTO edilizia proprio perché, spesso, nelle aziende, ci sono più persone che comunicano con i clienti.
E così come il logo sulla carta intestata deve essere sempre lo stesso, deve essere anche per il modo in cui ci si rivolge al cliente. Dare del tu piuttosto che del voi.. Sembrano cose piccole ma sono importanti per dare un’idea di azienda, per trasmettere fiducia nel brand.
Il tuo consiglio per costruire un’identità visiva riconoscibile
Sarah: Qual è il consiglio che daresti a qualsiasi libero professionista o piccola azienda – da applicare subito – per iniziare a costruire un’identità visiva riconoscibile?
Tamara: Il mio consiglio è senz’altro quello di strutturare delle linee guida per il nostro brand, cercando di mantenere una coerenza tra gli elementi visivi. Scegliamo pochi colori e due font che ci rappresentano.
Se per esempio non abbiamo lavorato al nostro logo va benissimo, non dobbiamo per forza averlo – meglio averlo quando abbiamo definito chi siamo, a chi ci rivolgiamo – piuttosto lavoriamo su caratteri lineari, per esempio scegliendo tra quelli di Google Font.
Poi come dicevamo una volta che abbiamo scelto i nostri colori, possiamo andare su Canva e lì definire dei modelli che andremo ad usare nella nostra comunicazione. Prediligiamo composizioni minimal per evitare confusione.
Se vuoi rivedere il video della diretta vai sulla mia pagina Facebook. A breve potrai rivederlo anche sul mio canale YouTube e su Ig TV. Negli ultimi dieci minuti abbiamo risposto alle domande che sono arrivate in diretta.
Una curiosità su Tamara Berlaffa
Sarah: Prima di salutarci scopriamo qualcosa di più di Tamara. Ci racconti uno dei tuoi hobby?
Tamara: Adesso è il giardinaggio, sto allenando il mio pollice ad essere più verde e alcune piante mi stanno ringraziando. Un’altra mia passione che al momento ho lasciato in sospeso è il teatro.
Mi piace molto il concetto dell’immedesimazione. Studiare un personaggio, entrare nelle sue emozioni. E questa cosa la ritrovo anche nel mio lavoro.
Come puoi contattare Tamara Berlaffa
Se pensi di voler progettare un’identità visiva e vuoi farti aiutare da Tamara puoi contattarla tramite:
- il modulo di contatto del suo sito, che è in fase di rebranding
- scrivere una mail a: ciao@tamaraberlaffa.com
Per consigli su come creare la tua identità visiva segui il suo profilo Instagram.
Ringrazio Tamara per la nostra chiacchierata. Lavoriamo insieme da qualche mese per creare brand identity riconoscibili ed è uno scambio reciproco di idee. Spero che tu abbia trovato consigli utili per la tua attività.
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